La nostra didattica del canto popolare

Crediamo molto nelle molteplici valenze didattiche dei canti di tradizione orale, che hanno una potenzialità formativa al contempo musicale, linguistica, sociale e culturale.

La pratica del canto d’insieme, alla base dei nostri laboratori, è un potente mezzo per perseguire obiettivi innanzitutto di tipo sociale, attraverso la musica: unire la propria voce a quella degli altri e costruire qualcosa insieme con i suoni sono la base di questo lavoro, e delineano un modello di convivenza e rispetto reciproco, partecipazione e sintesi nella dimensione collettiva.

La voce non può che essere al centro di una didattica musicale di tradizione orale: essa è lo strumento principe della musica popolare perché il più povero e insieme il più autentico. Cantare popolare significa avvertire la preziosità della voce, quando non si possiedono molte altre cose, e questa esperienza può essere parimenti vissuta da bambini e adulti, se pure diversamente mediata, quando vengono a contatto con questi repertori. Dal cantare popolare emerge la consapevolezza profonda della voce cantata come strumento per una comunicazione ulteriore, quando “si vuole dire talmente una cosa che la si canta”.

Il repertorio popolare orale si presta inoltre, per la sua mutabilità, per cui uno stesso canto può assumere diverse vesti e non c’è un originale, ad essere manipolato, frammentato e ricomposto, arrangiato secondo diverse modalità, plasmato per scoprirvi forme e intenti comunicativi diversi. Esso ci consente di “giocare” con le interpretazioni possibili: diverse modalità di esecuzione di uno stesso canto, modificandone alcuni aspetti, gettano infatti una luce diversa sullo stesso testo e invitano implicitamente ad una riflessione sulle varie possibilità di restituzione e sulle diverse sfumature di senso.

E infine il canto popolare è una vera e propria fonte storica, ricca di informazioni e di memoria collettiva, ed è per questa sua caratteristica che ci permette, molto più che altri repertori, di approfondire aspetti sociali e culturali.

La nostra didattica segue una metodologia attiva, che rende partecipi gli allievi nella ricerca dei significati, che un testo di matrice popolare spesso comporta la necessità di chiarire, nella valutazione delle forme di riproposizione e degli arrangiamenti possibili, nella ricostruzione del contesto a cui il canto si riferisce e a cui il canto afferisce. Cerchiamo di impostare un dialogo guidato ma aperto, diversamente calibrato a seconda di chi ci troviamo davanti, che però ugualmente mira a favorire la condivisione di riflessioni a partire dall’estetica del canto di tradizione e dalle storie che ci tramanda.

Più in generale, siamo impegnati nella ricerca di una nostra modalità di divulgazione del canto popolare italiano, che riesca a sposare le più innovative metodologie emerse nell’ambito della pedagogia musicale con la peculiare natura del canto di tradizione orale, che crediamo da un lato mai definitivamente separabile dalla dimensione dell’oralità, pena la perdita della sua peculiarità di fondo, dall’altro carica di valenze storico-sociali che aprono a una dimensione totale e non specialistica del sapere, in accordo con una visione d’insieme della realtà sociale, propria della società contadina e di altre comunità, dalla quale i canti derivano.


I Vincanto si dedicano alla didattica dal 2007, tenendo regolarmente laboratori sul repertorio di tradizione orale italiano e non, rivolti ai bambini della scuola primaria, ai ragazzi delle medie superiori e agli adulti di tutte le età.
Hanno elaborato alcuni percorsi didattici tematici specifici nell’ambito del canto popolare e una loro metodologia di insegnamento di questo repertorio.

Il lavoro nelle scuole primarie ha condotto nel corso degli anni alla produzione di spettacoli originali con i bambini (ad esempio “L’uccel bel verde”, da una fiaba popolare raccolta da Calvino, realizzato più volte), nella forma di racconti musical-teatrali, attingendo a piene mani dal repertorio di danze e canti popolari. Fra i vari progetti, un posto di rilievo occupano certamente quelli dedicati ad un repertorio di tradizione orale interculturale e interlinguistico, uno dei quali ha sviluppato un percorso che ha portato la classe coinvolta a cantare in diretta Rai al Quirinale in occasione dell’apertura dell’anno scolastico.

Nel ambito di un laboratorio al liceo scientifico “Pontormo” di Empoli, hanno scritto e messo in scena alcuni spettacoli per e con i ragazzi (“Italia bella mostrati gentile”, sui migranti italiani, e “Oltre il ponte”, sul passaggio della guerra a Empoli), mostrando le potenzialità didattiche del canto popolare come strumento (e fonte storica) per approfondire la storia sociale e locale.

Numerosi sono i laboratori svolti a favore di adulti, sia continuativi (come al circolo Agorà di Pisa, per sette anni due ore a settimana) sia intensivi nell’ambito di uno o due giorni. Si tratta di percorsi di canto d’insieme del canto di tradizione orale, ove spesso si aggiunge un approfondimento storico e culturale, attraverso percorsi tematici, ascolti e altro. Hanno tenuto laboratori in luoghi importanti per la musica popolare come il Folkclub di Torino e il circolo “Scighera” di Milano, in diversi teatri, per associazioni (Dello Scompiglio, Teatrino dei Fondi…) e enti culturali.

Disponibili per progetti alla scuola primaria e alle scuole superiori, per laboratori per adulti.

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